Il Vangelo e la moda

Articolo tratto dalla Rivista
“Risveglio Pentecostale” Anno 1947 - N° 1






Perché non devi seguire la moda del mondo?




Perché ciò è perfettamente in contrasto con lo spirito del Vangelo e perché seguendo la moda manifesti di avere a cuore le cose del mondo.


Succede spesso di vedere delle persone che professano una religione e che, contemporaneamente, seguono la moda. Esse non si contentano se non di ciò che é all’ultima moda.

E la chiesa, quando si conforma col mondo, pone il suggello a tutta questa perdita di danaro e di tempo e a tutto questo incoraggiare e coltivare la vanità.

Inoltre, seguendo la moda del mondo, i cristiani mostrano che, in sostanza, lo amano.
Essi lo dimostrano con la loro condotta che non è dissimile a quella degli infedeli. Infatti, dal momento che essi agiscono allo stesso modo, fanno vedere che sono mossi dallo stesso principio: l’amore per la moda.

Conformandoti al mondo nel seguirla, dimostri di non sentirti responsabile davanti a Dio del modo con cui spendi il tuo danaro, e praticamente vieni meno alla fedeltà con la quale devi amministrarlo.

Supponi forse che una persona che ami Iddio, le anime degli uomini ed il Regno di Cristo abbia bisogno di una espressa proibizione del Signore che le impedisca di spendere il suo danaro e la sua vita nel seguire la moda?

No davvero!


Che dicono i nastri e gli ornamenti che hai sul vestito a tutti quelli che ti incontrano?

Essi danno l’impressione che desideri apparire bella. Attenzione! Tanto vale che tu scriva sull’abito: «Non conosco il Signore». Quegli ornamenti dicono: «Datemi dei vestiti, fatemi seguire la moda, adulatemi, ed io sarò felice».

Il mondo capisce questa testimonianza, solo a vederti passare per la strada.

Tu sei un’epistola vivente «conosciuta e letta da tutti gli uomini».



Se i cristiani (e specialmente le cristiane) agissero, anche in questo, conformemente alla loro vocazione, il cielo si rallegrerebbe e l’inferno gemerebbe.

I genitori cristiani dovrebbero astenersi dal mettere ornamenti sui vestiti dei loro bambini come sui loro propri. Quelli che indugiano nel mettere ornamenti superflui sui loro figliuoli commettono il doppio peccato di far male a se stessi e di insegnare ai loro figli a fare ciò che Dio proibisce.

Voi tentate la chiesa a seguire la moda, infatti se i membri principali, gli anziani, i conduttori della chiesa e le loro mogli e famiglie hanno un’apparenza mondana, tutti li seguiranno e tutti li scimmiotteranno quanto più potranno, fino all’ultimo membro di essa.

Basta che una ricca cristiana vada alla Casa di Dio vestita all’ultima moda, perché a tutte le fedeli venga la frenesia di seguirla fin dove possono e sarà un miracolo se non contrarranno dei debiti per emularla.




«È dunque meglio che i cristiani appaiano vestiti in modo diverso dagli altri in modo da essere notati?»

Certamente. I cristiani sono tenuti ad essere diversi dagli altri. Essi sono chiamati ad essere un popolo speciale, cioè un popolo essenzialmente differente dal resto dell’umanità.

Sostenere che noi non dobbiamo essere singolari è lo stesso che sostenere che dobbiamo conformarci al mondo. «Non essere singolari» significa «Sii come il mondo».

Questo è il comandamento opposto a quello della Bibbia.

Ma ora l’argomento riguarda la moda dei vestiti, i loro accessori, ecc.


E qui voglio confessare che prima ero anch’io in errore. Credevo ed insegnavo che la via migliore da seguire fosse quella di vestirsi in modo da non essere notati, di seguire la moda ed i suoi cambiamenti così da non apparire singolare e che nessuno fosse indotto a pensare che essi sono differenti dagli altri in questi particolari.

Ma ho visto il mio errore ed ora mi meraviglio grandemente della mia cecità di allora.

È vostro dovere di vestire tanto semplicemente da mostrare al mondo che voi non stimate minimamente e non date alcun valore alle cose della moda, anzi le disprezzate e le trascurate in modo completo.

Ma se non siete singolari, se non vi astenete dal seguire la moda del mondo, mostrate chiaramente di tenerla in considerazione.

Non c’è altro modo con il quale si possa portare la testimonianza della nostra vita contro la moda del mondo, all’infuori di quello di vestire modestamente.
Non intendo dire che dovete studiare il modo di essere singolari, ma che dovete studiare prima l’economia e la convenienza, anche se ciò potesse portarvi ad essere singolari.

«Ma se vestiamo così attiriamo l’attenzione della gente» dice qualcuno.
Ciò avviene perché sono così pochi i cristiani che professano la loro fede al punto da non seguire la moda, che quando qualcuno lo fa, tutti si voltano meravigliati a guardarlo.
Ma se tutti lo facessero, mostrerebbero di essere veri cristiani e di non desiderare di essere confusi con gli infedeli.

Non sarebbe una lezione per l’orgoglio del mondo se tutti i cristiani fossero uniti nel recare una pratica testimonianza contro la vana apparenza?

CHARLES G: FINNEY
[da «The Pentecostal Evangel»]


Questo articolo di tanti fa, oggi può sembrare fuori luogo, ma la sostanza del problema è questa: cosa è più importante per un uomo:

Seguire Gesù o avere l'ultimo vestito alla moda?

Seguire Gesù o seguire le voglie della carne?

Avere sempre in gran conto manifestare in ogni modo possibile di essere seguace di Gesù o adattarsi al mondo ed ai suoi principi?

Si potrebbe dire: – Insomma ci si chiede di andare in giro come dei pezzenti!?

Assolutamente no; ci si chiede solo di vestire decorosamente ma in modo semplice perché, come dice l’apostolo Pietro: «Il vostro ornamento non sia quello esteriore che consiste nell’intrecciarsi i capelli, nel mettersi addosso gioielli d’oro e nell’indossare belle vesti, ma quello che è intimo e nascosto nel cuore, la purezza incorruttibile di uno spirito dolce e pacifico, che agli occhi di Dio è di gran valore» (1ª Pt. 3:3-4).

Non temiamo che la nostra dignità possa venire offesa per il nostro modo di vestirci e di comportarci in modo semplice e casto sotto ogni aspetto, perché la dignità non si commisura al nostro adeguamento alle cupidigie del mondo, ma alla coerenza che manifestiamo nel seguire Gesù.

Molte volte ho visto dei cristiani coerenti con la loro fede essere ostacolati, anche dileggiati, ma, automaticamente, la loro sola presenza imponeva agli altri il rispetto verso Dio e verso la morale, e quelle stesse persone che li osteggiavano dovevano riconoscere in loro una grande dignità proprio per quella assoluta coerenza verso la Fede che professavano.

Meglio seguire Gesù e vestire come una persona modesta, piuttosto che rinnegare Gesù e vestire alla moda.

Sì, perché quello che può sembrare solo un indulgere verso un innocente desiderio di apparire, in realtà è un conformarsi allo spirito del mondo che la Bibbia condanna apertamente: «Come figli ubbidienti, non conformatevi alle passioni del tempo passato, quando eravate nell’ignoranza; ma come Colui che vi ha chiamati è santo, anche voi siate santi in tutta la vostra condotta, poiché sta scritto: “Siate santi, perché Io sono santo» (1ª Pt. 1:14-16)

L’altro aspetto della questione evidenziato da Finney è l’uso improprio che facciamo dei beni che il Signore mette a nostra disposizione.

Noi siamo soltanto amministratori dei beni che Dio ci concede e un giorno dovremo rendere conto della nostra amministrazione.

Credete voi che Iddio possa approvare il nostro sperpero di danaro per cose futili e superflue quando i nostri fratelli mancano anche del necessario? Non sono anche essi figli di Dio, e non hanno anche essi diritto a possedere il necessario e di non sentire l’umiliazione di negare, magari ai loro figli, ciò di cui hanno bisogno?

Mi direte: «Chiedano a Dio, il quale provvederà per loro»

Giusto; e che ne sappiamo io e te che non siamo proprio noi lo strumento del quale il Signore si sarebbe voluto servire per aiutare l’altro?
Ma tu ed io non lo vediamo e non ce ne accorgiamo semplicemente perché siamo troppo impegnati a soddisfare le nostre cupidigie e non abbiamo tempo, né voglia, né capacità di ascoltare la voce dolce e sommessa dello Spirito Santo che parla al nostro cuore.

Però un giorno tragico potremmo essere noi a sentire quella terribile parola:
«Allora anche questi gli risponderanno, dicendo: “Signore, quando Ti abbiamo visto aver fame, o sete, o esser forestiero, o nudo, o ammalato, o in prigione, e non Ti abbiamo assistito?” Allora risponderà loro: “In verità vi dico che in quanto non l’avete fatto ad uno di questi minimi, non l’avete fatto neppure a Me”. Questi se ne andranno a punizione eterna; ma i giusti a vita eterna» (Matteo 25:44-46).